Ma le mie urla feriscono
come fulmini
la campana fioca del cielo
Sprofondano impaurite
– Giuseppe Ungaretti
1
E la campana fioca del cielo,
con il suo suono affascinante, mi rispose:
«Va', profeta, e guarda, e ascolta, e
non guardare le tue urla, perché uccidono
quell'Unità che esiste solo in pochi.
E lasciale annegare non nel timore dell'uomo,
ma nel verso».
2
Chiamata interrotta – e tutto cadde nell'abisso.
Sono solo! E lo era sempre,
vivevo solo nell'illusione. La tua voce si sciolse
come zucchero in una tazza di tè al mattino.
Dimenticai, anche se tu avresti potuto cambiare molto.
Avresti potuto cambiare il mondo.
Oscurità e trambusto. La tua voce non c'è più.
Non pensavo che la sola speranza potesse
trasformare il mondo da solo;
l'oscurità può essere sconfitta solo dalla luce,
e la più fioca.
Non sapevo che dalla sola voce potesse
spezzare le ossa,
dalla sua purezza di cui non ero capace.
E udii una voce dal cielo, come il rumore
di molte acque
e come il suono di un forte tuono.
3
Sentii le urla nere e
mi ammalai immediatamente.
Esclamai al Signore,
ma in quel momento era impotente.
Perché lasciò l'invidia
in questo mondo, Dio?
Perché l'invidia e l'odio possono uccidere?
— Umiliati, — Il Verbo mi buttò fuori
dal letto a voce alta.
4
Scivolando sulle lapidi,
mi abituo a vedere la mia ombra.
Vedo il giorno moderno che non scorre come sempre:
scorre con sangue nero,
parole vuote e ipocrisia.
Sono parte di questo vortice.
E solo il cimitero vicino al mare dove giocavo
da bambino mi ricorda
chi sono veramente.
5
Mi svegliai oggi e pensai:
cos'è la libertà? Mi sembrava una verità assoluta
che, come sappiamo, non può essere raggiunta.
Pioveva, sentii molte parole in francese,
portoghese e altre lingue meno udibili.
C'era un profondo autunno pieno di polmonite
e mantelli svolazzanti. All'improvviso udii
un pianto di pietra simile a quello emesso
dalla Madonna, tenendo tra le braccia
Gesù morto attraverso gli occhi di Michelangelo.
Il pianto svanì nella serenità.
Davanti c'era La Nuova Gerusalemme.